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Tutta la Sinistra fuori dal Parlamento: un giorno davvero triste

aprile 15, 2008

Oggi è un giorno davvero triste, per me e per i tanti che come me hanno creduto e militato nelle fila della sinistra (quella vera!): si è infatti verificato, per la prima volta dopo 60 anni, che nessun parlamentare di sinistra sieda in Parlamento, in nessuno dei due rami.

Personalmente trovo che questo sia un grave vulnus per la democrazia italiana, che priva di rappresentanza una parte di cittadini italiani che si sentono ancora genuinamente di sinistra e che non potranno vedere nella presente legislatura rappresentate nelle istituzioni le loro legittime istanze di evoluzione sociale e di cambiamento nel senso da loro auspicato.

Alla luce di questa disfatta elettorale, di proporzioni assai maggiori di quanto si sarebbe aspettato anche il più pessimista di noi, questa mattina mi sono svegliato con una grande tristezza dentro. In un attimo sembra siano state spazzate via con un colpo di spugna tutta la storia del movimento operaio, le rivendicazioni sociali e le lotte di emancipazione che hanno fortemente caratterizzato gran parte dei decenni passati.

La scellerata scelta del democratico (cristiano) Veltroni di correre da solo ha prodotto l’unico risultato di cancellare i partiti alla sua sinistra rubandogli voti, in nome di quella ignobile vaccata del cosiddetto “voto utile”, senza però riuscire ad arginare la crescita e la conseguente vittoria di Berlusconi e delle destre, sempre più incombenti e minacciose.

Parliamoci chiaro: Berlusconi ha stravinto! Ed in buona parte grazie a Veltroni…

Avrà una consistente maggioranza numerica in entrambi i rami del Parlamento e potrà quindi cantarsela e suonarsela da solo, facendo tutto ciò che più gli aggraderà e gli farà comodo, forse con l’unico paletto dettato dalle intemperanze di Bossi…bravo, Veltroni, proprio un ottimo risultato!!

Ma non demordiamo: la Sinistra vive ancora nei cuori e nelle menti di molti noi e saprà rialzare la testa, come ha già detto giustamente Bertinotti. Sapremo riorganizzarci nella società e ripartire con rinnovato slancio alle prossime elezioni.

Rivolgo un particolare ringraziamento a Fausto Bertinotti, che ha saputo condurre la campagna elettorale con l’intelligenza e l’onestà intellettuale che da sempre lo contraddistinguono, qualità peraltro riconosciutegli da tutte le parti politiche, e lo invito a continuare ad essere parte attiva della Sinistra Italiana: c’è un grande bisogno nella società di uomini come lui.

Non rassegniamoci a morire democristiani. Mai!

Elezioni Politiche 2008 – La Sinistra Arcobaleno: un buon investimento per il futuro

aprile 10, 2008

Ci siamo quasi: ancora un paio di giorni e ci recheremo alle urne per eleggere il nuovo governo. Colgo pertanto l’occasione per esplicitare alcune mie personali riflessioni al riguardo.

Personalmente mi sono sempre ritenuto un uomo di sinistra, sia per cultura che per tradizione familiare, oltre che per i miei trascorsi vissuti, vedi la militanza politica in Autonomia Operaia negli anni del liceo, intorno alla seconda metà degli anni ’70.

Coerentemente a quanto sopra, ho sempre votato a sinistra (quella vera!) da quando ho raggiunto la maggiore età, ivi comprese le scorse elezioni.

Questa invece è stata la prima volta in vita mia che ho avuto dei seri dubbi su chi e se andare a votare: credo infatti che l’elettore di sinistra tipo sia stato profondamente deluso dai 20 mesi del governo Prodi, sul quale peraltro riponeva elevatissime aspettative.

Dopo i non certo brillanti 5 anni del governo Berlusconi, e dopo i lunghi anni di controriforme che hanno di fatto portato ad una macelleria sociale senza precedenti noti, con l’oggettivo e drammatico calo del potere d’acquisto dei redditi fissi e l’evidente peggioramento delle condizioni di vita degli italiani, l’elettore medio di sinistra (e non solo) confidava in una netta inversione di tendenza da parte dell’allora nascituro governo Prodi nel 2006. Questo fenomeno, fortemente auspicato da molti, purtroppo non si è verificato, se non in minima parte, lasciando nello sconforto e nella disperazione totale milioni di cittadini, stufi di non vedere mai risolti i loro problemi reali da nessuno e disgustati dalla classe politica, altrimenti definita “casta”, nel suo insieme.

A rigor del vero, però, bisogna riconoscere con onestà intellettuale che la componente di sinistra del governo Prodi era sostanzialmente minoritaria, dato che il grosso della coalizione era concentrato nelle mani dell’ex Margherita e degli ex DS, attualmente confluiti nel Partito Democratico (Cristiano?). Questo ha fatto sì che molti temi sociali cari alla sinistra non potessero essere realizzati, nè talvolta neanche messi all’ordine del giorno, per l’esiguità numerica delle forze che li promuovevano.

E’ ormai un dato evidente che le welthanshaung del PD e della Sinistra Arcobaleno siano significativamente diverse, così come diverse sono le rispettive sensibilità e proposte sui temi prettamente sociali. Credo sia proprio alla luce di queste considerazioni che abbiano finalmente deciso di marciare divisi.

Il leader della Sinistra Arcobaleno, Fausto Bertinotti, è uno dei rarissimi politici stimati da ogni parte politica, con una storia personale di chiara onestà politica, personale ed intellettuale; egli ha sempre dimostrato di voler rappresentare nei fatti la Vera Sinistra, quella capace di risolvere i problemi dei più deboli e di attenuare le ingiustizie sociali, nel segno dell’equità sociale per ogni cittadino.

E’ proprio per queste ragioni che ritengo la Sinistra Arcobaleno l’unica formazione politica coerente, pulita e degna di essere votata in queste ormai prossime elezioni politiche, checchè ne dicano gli interessati fautori di quell’estrema scorrettezza del cosiddetto “voto utile”.

Basta con questa ignobile storia del “voto utile”!! Utile a chi?!? A loro, immagino…

Non mi interessano queste volgari bassezze: diamo invece forza a chi riteniamo possa degnamente rappresentarci, a prescindere da qualsiasi altra futile considerazione: avere una sinistra forte in Italia significa comunque investire sul proprio futuro dando menti, gambe e braccia alle proprie reali aspirazioni, nella legittima speranza di vedere finalmente realizzato qualche concreto cambiamento in positivo nelle nostre condizioni di vita e di lavoro, dopo lustri di continui peggioramenti.